L’utilizzo fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue è una delle sfide cruciali nel presente e negli anni a venire. Sono misurati su sostanza secca, sono composti principalmente da carbonio, azoto, fosforo e ossigeno, con tracce di altri elementi utili per diverse applicazioni. Grazie alla loro ricchezza di sostanze nutrienti e materia organica, i fanghi rappresentano una preziosa risorsa secondaria che può sostenere la transizione verso un’economia circolare. Storicamente, l’uso più comune è stato lo spandimento diretto nei terreni agricoli, dimostrando benefici per le proprietà fisiche e agronomiche del suolo grazie all’apporto di nutrienti.
In Europa, una percentuale molto alta dei suoli soffre di carenza di sostanza organica, con particolare preoccupazione nelle zone mediterranee, dove ciò compromette la fertilità e la biodiversità del suolo. Aumentare la sostanza organica nel suolo non solo preserva la fertilità e combatte la desertificazione, ma svolge anche un ruolo chiave nelle strategie di mitigazione delle emissioni di CO2, poiché rappresenta il principale carbon sink del pianeta.
L’utilizzo dei fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue avviene in diverse modalità. Oltre allo spandimento diretto sul suolo, dopo trattamenti minimi (pratica in diminuzione in molti Stati dell’Unione Europea), sta guadagnando terreno l’utilizzo in impianti di compostaggio o trattamenti con l’aggiunta di ossido di calce, seguito da impiego in agricoltura del prodotto risultante. Altri trattamenti mirano al recupero di specifici nutrienti, con particolare attenzione al fosforo, essenziale e insostituibile in agricoltura. La Commissione Europea ha identificato le rocce fosfatiche e il fosforo come materie prime critiche per l’UE, poiché diversi Paesi dipendono totalmente dalle importazioni per il suo approvvigionamento. La digestione anaerobica è un’altra opzione in crescita, che produce biogas dai fanghi di depurazione. Il biogas offre opportunità per la decarbonizzazione e l’autosufficienza energetica, potendo essere utilizzato per sostituire il gas fossile nel riscaldamento dei digestori o per la cogenerazione di energia elettrica e calore negli impianti di depurazione. Inoltre, il biogas può essere convertito in biometano per l’utilizzo come carburante per veicoli o immesso nella rete del gas. È possibile immagazzinare il biogas in reti intelligenti per l’utilizzo durante i picchi di domanda o in assenza di fonti rinnovabili.